La posizione della comunità scientifica in merito all’uso delle protezioni anti-raggi X durante gli esami radiologici medici odontoiatrici è cambiata negli ultimi anni, e oggi si ritiene che l’uso di protezioni come grembiule e collare è sconsigliato in quanto in molti casi possano non essere efficaci o addirittura dannosi.
Perché oggi non vengono più utilizzate le protezioni durante gli esami radiologici?
I dispositivi di radioprotezione in Odontoiatria, come collari piombati, grembiuli e altri strumenti, sono stati utilizzati per più di 70 anni per ridurre la dose assorbita da tessuti e organi radiosensibili (come tiroide, cristallino e organi riproduttivi).
L’uso di questi dispositivi è storicamente giustificato dalla necessità di ridurre la dose e proteggere la salute dei pazienti da possibili effetti dannosi a lungo termine, come il rischio di cancro o danni genetici causati dalla esposizione alle radiazioni.
Le schermature piombate si sono dimostrate utili con le vecchie apparecchiature radiografiche che richiedevano una maggiore esposizione per il paziente.
Tuttavia, oggi lo sviluppo tecnologico delle nuove apparecchiature radiologiche odontoiatriche consente di eseguire esami con una dose più bassa che in passato, e sono aumentate le nostre conoscenze sugli effetti delle radiazioni ionizzanti, motivi per i quali è stato raggiunto un consenso internazionale che sconsiglia l’uso di tali schermature, in quanto poco utili e potenzialmente dannose per i pazienti.
Perché le protezioni possono essere un problema?
Negli anni vi è stato un crescente numero di studi scientifici sulla radioprotezione che dimostrano che la schermatura da contatto con il paziente è inefficace nella maggior parte delle situazioni e talvolta potenzialmente pericolosa.
Le moderne tecnologie radiologiche, infatti, sono progettate per ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni pur garantendo immagini di alta qualità. Le apparecchiature attuali sono molto più efficienti nel fornire immagini diagnostiche con dosi basse, grazie a tecniche avanzate come l’uso di raggi X a bassa energia, alla miglior qualità di rilevazione e alla precisione nell’orientamento del fascio di radiazioni.
Ci sono diversi fattori potenzialmente sfavorevoli da considerare quando si applica la schermatura da contatto con il paziente:
-Il posizionamento errato della schermatura da parte dell’operatore o il movimento involontario della schermatura può interferire con la qualità dell’immagine, nascondendo dettagli importanti che potrebbero essere cruciali per una diagnosi accurata.
-Il materiale altamente attenuante della schermatura può interferire con i sistemi di controllo automatico dell’esposizione radiogena e può portare ad un aumento anziché a una diminuzione della dose erogata al paziente.
-I possibili artefatti causati dalla schermatura applicata possono ridurre la qualità dell’immagine.
Questi fattori potrebbero rendere necessaria la ripetizione delle radiografie comportando quindi un aumento della esposizione alle radiazioni.
Le protezioni sono necessarie per proteggere il feto e gli organi riproduttivi?
Per quanto riguarda la protezione degli organi riproduttivi, studi recenti suggeriscono che, anche per i pazienti che potrebbero avere progetti futuri di gravidanza, l’uso di protezioni non è necessario e non offre un beneficio significativo in termini di riduzione del rischio.
L’Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM) e la Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM) con l’appoggio delle Associazioni Scientifiche dei Tecnici di Radiologia (FASTeR) condividono la seguente posizione: “L’impiego di dispositivi di protezione individuale anti-x, atti a schermare il feto e le gonadi del paziente durante l’indagine radiologica, deve essere interrotto come pratica di routine perché può comprometterne i benefici”.
Le dosi di radiazione durante un esame radiologico dentale sono generalmente molto basse e non comportano un rischio elevato per la salute riproduttiva. Gli effetti ereditari delle radiazioni ionizzanti non sono mai state osservati negli esseri umani, neanche dopo molte generazioni, in studi longitudinali di oltre 80 anni, anche su persone esposte a quantità di radiazioni molto maggiori di quelle utilizzate nell’imaging medico.
Inoltre, quando gli organi/tessuti sono lontani dalla regione anatomica esaminata (ad esempio le gonadi, l’utero o i testicoli in una radiografia dentale), non si ha alcun vantaggio a usare una schermatura. L’uso di schermature piombate risulta inefficace nel ridurre la radiazione diffusa all’interno del paziente stesso. Tali indicazioni valgono anche in caso di donne in stato di gravidanza che abbiano necessità di eseguire esami radiologici giustificati clinicamente.
Le protezioni sono necessarie per proteggere la tiroide?
La tiroide è uno degli organi maggiormente sensibili alle radiazioni, soprattutto nei bambini e in giovane età, motivi per i quali l’uso di schermature piombate è consigliato nelle Raccomandazioni Cliniche ministeriali italiane del 2017, antecedenti il documento di consenso europeo sull’uso delle schermature del 2024, e non ancora aggiornate.
In generale, l’uso di collari per schermare la tiroide oggi è sconsigliato per qualsiasi modalità di imaging odontoiatrico (radiografie endorali, ortopanoramiche e cone-beam CT) ma il suo utilizzo può essere valutato caso per caso nei soggetti di giovane età che sono sottoposti a esami radiografici, come ad esempio in studi cefalometrici (telecranio), quando la valutazione della cervicale non è necessaria e la schermatura non interferisce con parti anatomiche importanti o sistemi automatici di controllo della dose.
E’ possibile ridurre al minimo l’esposizione senza compromettere la qualità dell’immagine diagnostica?
Sì, con le più moderne apparecchiature è possibile ottimizzare l’esame radiologico per garantire la protezione del paziente. L’ottimizzazione include una serie di tecniche e strumenti che minimizzano l’esposizione alle radiazioni.
Conclusioni
In conclusione possiamo affermare che i benefici derivanti dalla piccolissima riduzione della dose dovuta alla schermatura da contatto non superano i potenziali rischi di ottenere immagini inadeguate.
Per quanto riguarda l’uso del grembiule, si suggerisce che non sia più indispensabile, soprattutto quando vengono messe in atto tutte le procedure per limitare al minimo la dose di radiazioni erogate con apparecchiature moderne e corrette tecniche di posizionamento del paziente.
L’uso del collare piombato può essere utile in età evolutiva come misura preventiva, ma la sua necessità deve essere valutata caso per caso, considerando anche il tipo di esame radiologico e lo stato di salute e collaborazione del paziente.
In collaborazione con la Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica
Bibliografia
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