Il dolore odontogeno e più in generale le patologie del cavo orale si manifestano molto frequentemente durate tutto il periodo della gravidanza  e devono essere immediatamente risolte in quanto possono mettere a rischio la salute della mamma e del feto (1,2). Nonostante il Ministero della Salute abbia sottolineato nelle “Raccomandazioni per la promozione della salute orale in età perinatale” l’importanza di non rinviare cure odontoiatriche di routine o il trattamento di condizioni acute o necessarie, molti colleghi odontoiatri sono timorosi o addirittura evitano di eseguire cure dentali durante tutto il periodo della gravidanza delle pazienti. Questo probabilmente è dovuto alla limitata conoscenza dell’argomento e alla paura di eventuali contenziosi.

Quali farmaci per uso odontoiatrico possono essere usati in gravidanza?

La Food and Drug Administration ha classificato nel 1979 i farmaci secondo il loro potenziale effetto negativo sulle donne in gravidanza e sul feto suddividendoli in cinque diverse categorie: A, B, C, D e X. I farmaci di categoria A e B sono solitamente considerati sicuri ed utilizzabili in quanto non mostrano rischi quando usati in donne in gravidanza. (3)

Questo sistema di classificazione è stato superato concettualmente nel 2015 dal sistema Pregnancy and Lactation Labeling Rule (PLLR) con lo scopo di superare possibili interpretazioni sbagliate dovute anche al fatto che la cosiddetta classificazione ABCDX si basava principalmente su studi animali (4). Allo stato attuale il nuovo sistema di classificazione non è stato completamente implementato per i farmaci di uso odontoiatrico

In particolare quale farmaco per l’anestesia locale è meglio utilizzare in gravidanza?

La lidocaina è un anestetico di categoria B consigliato per l’utilizzo in donne in gravidanza. Uno studio multicentrico, condotto tra il 1959 ed il 1965 effettuato su 60000 donne in gravidanza, ha mostrato che la somministrazione di benzocaina, procaina, tetracaina e lidocaina non aveva aumentato il rischio di complicanze fetali (5).

La maggior parte degli anestetici locali, compresa la lidocaina, contengono solitamente anche l’epinefrina, utilizzata per la sua capacità di vasocostringere, allo scopo di ottenere una anestesia più profonda e duratura. Quando su una paziente in gravidanza deve essere effettuata una anestesia locale, la raccomandazione è quella di scegliere il farmaco con la concentrazione di vasocostrittore più bassa possibile e si consiglia inoltre, durante l’iniezione, di aspirare con attenzione per evitare l’iniezione intravascolare dell’anestetico. La lidocaina con epinefrina con queste accortezze può essere utilizzata nel primo, nel secondo e nel terzo trimestre della gravidanza (5). È sempre preferibile e consigliato comunque effettuare le cure non urgenti e ed i trattamenti di routine nel secondo trimestre della gravidanza.

Quale anestetico locale è meglio utilizzare su pazienti in allattamento?

Come per la gravidanza, anche durante l’allattamento, l’ anestetico locale più tollerato sembra essere la lidocaina (5): sia il neonato che il feto sono infatti in grado di metabolizzarla (6). Uno studio del 2001 ha mostrato che pazienti in allattamento sottoposte a cure dentarie e ad anestesia locale con lidocaina senza adrenalina potevano continuare tranquillamente ad allattare (7) senza alcun rischio per il neonato. Anche l’epinefrina associata alla lidocaina può essere utilizzata in pazienti in allattamento (8,9) anche se la lidocaina senza vasocostrittore sembra associata a inferiori effetti collaterali. Per ridurre al minimo gli eventuali effetti collaterali dei farmaci somministrati alle madri in allattamento è comunque consigliato di effettuare l’anestesia subito dopo la poppata, per consentire il massimo della metabolizzazione da parte della madre ed in caso di dosaggio maggiore del farmaco, prevedere una poppata in sostituzione con latte materno o con latte artificiale (4).

1.      Osunde O, Bassey G, Ver-Or N. Management of Ludwig’s Angina in Pregnancy: A Review of 10 Cases. Ann Med Health Sci Res. maggio 2014;4(3):361–4.

2.      Romero R, Gómez R, Chaiworapongsa T, Conoscenti G, Kim JC, Kim YM. The role of infection in preterm labour and delivery. Paediatr Perinat Epidemiol. luglio 2001;15 Suppl 2:41–56.

3.      FDA Drug Bull . 1979 Sep;9(4):23-4.

4.      US Food and Drug Administration, HHS.Content and format of labeling for human prescription drug and biological products; requirements for pregnancy and lactation labeling—final rule. Fed Regist. 2014;79(233): 72063-72103.

5.      National Collaborative Perinatal Project, 1959-1974 [Internet]. National Archives. 2016 [citato 22 maggio 2022]. Disponibile su: https://www.archives.gov/research/electronic-records/nih.html

6.      Fayans EP, Stuart HR, Carsten D, Ly Q, Kim H. Local anesthetic use in the pregnant and postpartum patient. Dent Clin North Am. ottobre 2010;54(4):697–713.

7.      American Academy of Pediatrics Committee on Drugs. Transfer of drugs and other chemicals into human milk. Pediatrics. settembre 2001;108(3):776–89.

8.      Brown WU, Bell GC, Lurie AO, Weiss B, Scanlon JW, Alper MH. Newborn blood levels of lidocaine and mepivacaine in the first postnatal day following maternal epidural anesthesia. Anesthesiology. giugno 1975;42(6):698–707.

9.      Giuliani M, Grossi GB, Pileri M, Lajolo C, Casparrini G. Could local anesthesia while breast-feeding be harmful to infants? J Pediatr Gastroenterol Nutr. febbraio 2001;32(2):142–4.

10.    Donaldson M, Goodchild JH. Pregnancy, breast-feeding and drugs used in dentistry. J Am Dent Assoc 1939. agosto 2012;143(8):858–71.

11.    Rieken SE, Terezhalmy GT. The pregnant and breast-feeding patient. Quintessence Int Berl Ger 1985. giugno 2006;37(6):455–68.